Questa torta al cioccolato è talmente buona, che non ne potrete più fare a meno. Quindi pensateci bene prima di mettervi all’opera!
Torta al cioccolato fondente e cacao amaro - Delizia di contrasti
Vai alla ricettaCacao: troppo amaro per il palato degli italiani
Si racconta che quando Cristoforo Colombo si imbatté nel cacao, non ne fosse stato particolarmente entusiasta. Ma poiché in America il cacao fungeva da moneta di scambio da buon genovese che era, lo portò in Italia. Il sapore della bevanda, che se ne ricavava, era troppo amaro per i palati italiani. Lo storico milanese Girolamo Benzoni ne parla nel 1565 nella sua “Historia del mondo nuovo:
“… lo mettono al sole a sciugare, e quando lo vogliono bevere, lo fanno seccare al fuoco, e poi con le pietre… lo macinano, e messolo nelle sue tazze… a poco a poco distemperatolo con acqua, e … lo beono, il quale più pare beveraggio da porci, che da huomini”.
Neppure le spezie - in particolare il peperoncino -, aggiunte per renderlo più bevibile lo fecero meglio apprezzare. Nel 17° secolo si cominciò a unire al cacao lo zucchero. Il sapore dolce conquistò il palato delle corti europee. Il fiorentino Francesco Carletti fiutò il business e cominciò a importare il cacao in Europa, ma gli olandesi furono più furbi degli italiani e nel XVII secolo, assunsero il monopolio del mercato mondiale. In Italia rimase la lavorazione.
Italiani, esperti nella lavorazione del cacao
Nel 1678 la Casa Reale Sabauda concesse al cioccolatiere, Antonio Ari, la prima autorizzazione “a vendere pubblicamente la cioccolata come bevanda”. In questo periodo alcuni cioccolatieri di Venezia, Firenze e Torino divennero grandi esperti nella lavorazione del cacao. A Torino venne inaugurata la prima cioccolateria italiana e si iniziò a gustare il cioccolato con il caffè. A causa degli alti costi di produzione la cioccolata rimase all’inizio un bene consumato solo dai nobili.
Nel 1802 il genovese Bozelli costruí uno strumento per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia. Ma la svolta avvenne quanto lo svizzero Francois-Louis Cailler mise a punto un composto morbido che gli permise di creare la prima tavoletta di cioccolato. Nascono così le prime fabbriche per la lavorazione del cioccolato e la cioccolata diventa accessibile anche al popolo.
Gianduia, baci, uovo di pasqua e nutella
A cause delle crescenti difficoltà di approvvigionamento del cacao il mondo della cioccolata andò ben presto in crisi. Una difficoltà a cui gli italiani risposero con creatività: decisero infatti di “allungare” l’impasto con un prodotto locale particolarmente economico. La scelta ricadde sulla nocciola delle Langhe, un prodotto autococtono dal sapore particolarmente delicato. I maestri cioccolatieri la tostarono, tritarono e la aggiunsero alla pasta di cacao. Una miscela fenomenale che fu battezzata con il nome Gianduia , chiamato così perché presentato nel 1865 a Torino in occasione del carnevale – Gianduia è il nome della maschera simbolo del capoluogo piemontese.
Nel 1922 nacquero i Baci, originariamente chiamati “Cazzotti”, poco dopo, a Torino l’uovo di Pasqua e nel 1946 - dall’impasto del gianduia - nacque la nutella.
📖 Recipe
FONDENTE AL CIOCCOLATO AMARO
Ingredienti
- 250 g cioccolato, fondente al 60-70 %
- 250 g burro
- 250 g zucchero
- 20 g farina , 00
- 50 g scorze, d’arancia candite tritate finemente
- 200 g uova, ca. 4 uova
- 2 cucchiai rum
- cacao, amaro
Preparazione
- Fondete il cioccolato con il burro e lo zucchero a bagnomaria.
- Quando gli ingredienti sono ben sciolti, aggiungete la farina, il rum e le scorze d’arancia. Mescolate bene e unite le uova dopo esservi assicurati che la cioccolata abbia una temperatura inferiore al 40 °C.
- Versate l’impasto in uno stampo rettangolare ben imburrato e spolverato di zucchero semolate e cuocete in forno a bagnomaria a 200° C per 45-50 minuti.
- Fate raffreddate e tenete in frigorifero per circa 6 ore.
Valori nutrizionali
Buon appetito!
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